Margherita Boniver: «Capiamo le preoccupazioni del prefetto e sosteniamo la sua azione» Centro di accoglienza, arriva la commissioneIntervento del Parlamento dopo la nuova rivolta di mercoledì mattinaVenerdì 12 dicembre 2008
Intanto ieri mattina un ragazzo algerino, nel tentativo di scappare dal Cpa, è caduto da un'altezza di 4 metri e si è fratturato un braccio. Vedi le altre foto I l comitato parlamentare che si occupa del controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen e della vigilanza in materia di emigrazione sarà presto a Cagliari. Messa sul chi vive dai lanci di agenzia che hanno fatto rimbalzare nella Penisola l'eco della manifestazione dei rifugiati politici davanti alla Prefettura e dei disordini nel Cpa di Elmas, la presidente Margherita Boniver ha deciso per un anticipo della visita in Sardegna, già programmata per i primi mesi del prossimo anno. Nel frattempo assicura sostegno dell'organismo parlamentare alle iniziative del Prefetto di Cagliari e una costante attenzione sui problemi che dovessero essere portati all'attenzione del Parlamento.LA VISITA «Sono a conoscenza dei problemi che con periodicità si stanno verificando nel centro di prima accoglienza di Cagliari e ho deciso di proporre un anticipo della nostra visita in Sardegna - dice la parlamentare del Pdl, con un passato di viceministro degli Esteri - abbiamo già visitato i centri di Lampedusa e Gradisca d'Isonzo, ricavando le prime impressioni sulla difficoltà che c'è nel gestire strutture di questo tipo». L'ALLARME In attesa di prendere in mano la pratica Elmas, ai vertici del comitato parlamentare non sfugge la serietà dell'allarme lanciato dal prefetto di Cagliari Salvatore Gullotta, che ha parlato di una strategia nazionale della tensione in merito ai disordini avvenuti in diversi centri di accoglienza anche nella Penisola: «Non abbiamo fin qui affrontato la questione ma mi fido molto delle parole del dottor Gullotta - dice il presidente Boniver - il suo è un osservatorio privilegiato e le sue parole sono quelle che ci danno un motivo in più per approfondire il problema».
LA DIFFICOLTÀ Una risposta interlocutoria che è solo il preludio a una considerazione più amara che preoccupata: «La verità è che governare l'immigrazione è già di per sé un compito difficilissimo. Contrastare e sopportare quella clandestina è diabolico, fare le espulsioni è quasi una missione impossibile - ammette - non dico che siamo impotenti ma la situazione è estremamente grave, delicata e difficilissima. Perché dobbiamo ricordare il dato che il ministro Maroni ha comunicato alla Camera e che riguarda anche il sud della Sardegna: c'è stato un incremento del 60 per cento degli arrivi. La situazione va gestita con serietà, umanità e fermezza, senza scordare che i nostri interlocutori, ancorché spesso protagonisti di comportamenti al di fuori della legge, vanno trattati con il rispetto dovuto agli esseri umani». IL FUTURO Nessun ripensamento nella politica avviata dal governo: «Anche se i costi stanno salendo in maniera esponenziale - aggiunge la presidente - non possiamo tornare indietro: accoglienza, identificazione e, quando necessario, espulsione dal suolo nazionale». Chiusura riservata alle tensioni che stanno attraversando, anche a Cagliari, l'universo degli extracomunitari che hanno ottenuto lo status di rifugiato politico: «Ne abbiamo riconosciuto la necessità di asilo ma non possiamo anche farci carico di una sistemazione a tempo indeterminato o di trovare un lavoro - conclude - è invece possibile anche in Sardegna favorire l'intervento di Ong o associazioni di volontariato che possono fornire aiuto immediato». L'INCIDENTE Intanto ieri c'è stato un nuovo tentativo di fuga dal Cpa di Elmas. Un algerino si è lanciato da una finestra e, dopo un volo di 4 metri, si è schiantato al suolo procurandosi varie lesioni e una frattura al braccio. L'uomo è stato immediatamente bloccato e soccorso. A conferma della tensione che si vive in questi giorni, gli immigrati rinchiusi hanno lanciato vari oggetti contro l'ambulanza intervenuta per soccorrere il ferito.---------------------------------------------
Al via l'esodo La Caritas paga il biglietto a 100 rifugiatiVenerdì 12 dicembre 2008S i avviano a soluzione i problemi sollevati dai cittadini extracomunitari ai quali è stato riconosciuto lo status di rifugiati politici. Grazie a un intervento economico della Caritas, sollecitato dal Comune di Cagliari, un primo gruppo di 48 stranieri si è imbarcato ieri sera alla volta di Civitavecchia e una cinquantina si prepara a farlo oggi. «La procedura prevede che la Questura rilasci i documenti di viaggio (con i costi coperti dall'associazione umanitaria) e poi si possano staccare i biglietti per la traversata in nave e per eventuali trasferimenti in treno verso il nord della Penisola», sottolinea Ada Lai, dirigente comunale dell'area per i servizi al cittadino, «tutti i rifugiati presenti a Cagliari continuavano a invocare questa soluzione, perché la loro meta finale non era certo la Sardegna». Nei giorni scorsi i rifugiati politici, nella quasi totalità eritrei e somali, avevano anche inscenato una manifestazione di protesta davanti alla Prefettura, denunciando la loro situazione di disagio e indigenza.LA PROTESTA Intanto il sindacato di Polizia Siulp ribadisce le sue proteste sulle condizioni nelle quali sono costretti a lavorare gli agenti in servizio nel centro di prima accoglienza: «Bisogna squarciare un velo di ipocrisia: la situazione è ormai insostenibile, sia dal punto di vista dell'ordine pubblico che dell'agibilità del Cpa di Elmas - dice Salvatore Deidda, segretario provinciale del Siulp - e le autorità preposte sembrano essere le uniche a non accorgersi del fatto che l'atmosfera che si respira in quella struttura è pesantissima». COME IN UN CARCERE Deidda non vuole alzare i toni ma è fermissimo nel ribadire che il sindacato degli agenti di Polizia si batterà per ribadire la necessità di chiudere o spostare il centro: «Condividiamo l'affermazione del prefetto Gullotta circa la necessità di sviluppare una cultura dell'accoglienza - ricorda - ma la filosofia che sta alla base del Cpa di Elmas è completamente sbagliata. Quello è praticamente un carcere, anche se lo si chiama con un altro nome. E i cosiddetti ospiti non hanno diritto nemmeno a un'ora d'aria, senza scordare tutte le altre costrizioni che devono subire. Devono essere messi in condizione di vivere in maniera decorosa ma non da rinchiusi».L'ALTERNATIVA Fa discutere anche l'affermazione a proposito dell'ineluttabilità della collocazione del centro a Elmas: «Non è vero che non esistano altre strutture - polemizza Deidda - penso, ad esempio, alle caserme dismesse dell'Esercito. A Cagliari c'è quella di Calamosca, che è facilmente controllabile dal personale preposto alla vigilanza. Anche se resto convinto che la dislocazione naturale del Cpa sarebbe nel centro Sardegna, lontano dalle coste e dai grossi nuclei abitati». ( a. mur. )
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