Questa mio intervento sulla pagina istituzionale di Art.21 non sarà un classico articolo per segnalare un miglioramento ottenuto dall’ente nel territorio o per esercitare critiche politiche su servizi ed opere non ancora sviluppate;vorrei invece raccontare di un fatto sociale che mi ha personalmente colpito come consigliere provinciale e come cittadino, che vive in un paese come Arcidano, simile a tanti altri della provincia di Oristano e della Sardegna.
Il fatto specifico che porto all’attenzione dell’opinione pubblica è questo: da circa un mese, ossia da meta gennaio di quest’anno, l’autoambulanza dell’associazione di volontariato MonteArci non sosta più nello spazio antistante la sala conferenze del centro polivalente al centro del paese. Infatti la stessa associazione ,che vedeva fino a pochi mesi fa alcune decine di cittadine e cittadini di Arcidano praticare tra le sue fila la nobile aspirazione di aiutare il prossimo con il servizio di trasporto tramite un mezzo di soccorso , ha deciso di non servirsi più dello spazio posto a disposizione dalla comunità e ,per mia conoscenza ,concentrare la presenza dei mezzi a Marrubiu,comune dove ha la sede ufficiale, e nel confinante comune di Uras;sin qua una normale scelta di un direttivo di un’associazione che forse ritiene più utile concentrare le proprie energie in soli due comuni, se non fosse che proprio un mezzo acquistato dall’associazione si sia potuto acquisire attraverso un sostegno finanziario della comunità arcidanese con una raccolta fondi fatta nel 2007 dagli stessi soci arcidanesi dell’associazione e tramite il finanziamento previsto nel bilancio della provincia di Oristano per le associazioni di volontariato che ne fanno richiesta. Insomma la questione che mi ha lasciato perplesso che mi chiama in causa come rappresentante istituzionale del territorio ,non è sicuramente quella di porre discriminanti sul luogo dove deve presenziare uno strumento di soccorso, ma segnalare invece una discriminazione su come la privazione ,anche da pochi giorni, della presenza dello stesso strumento ambulanza divenga segnale negativo nei confronti di una collettività che ha fortemente creduto nell’acquisto della stessa.
Io credo ,ed è certamente l’unico parere personale e anche politico che voglio sottolineare,che non ad uno strumento taumaturgico, di guarigione dei mali o di allontanamento degli stessi,pensassero le cittadine e i cittadini mentre offrivano i loro soldi “in sa cicca”,ma di dare un contributo sentito alla solidarietà sociale ,di vedere nella presenza di quel mezzo un servizio tanto spesso anelato , abituati a dover attendere la disponibilità di mezzi di soccorso provenienti da altri centri; quella presenza,quell’ambulanza rappresentava un risultato che la comunità arcidanese ,come tante altre in Sardegna, ha vissuto come miglioramento concreto delle condizioni di vita quotidiane , soprattutto nel riguardo delle persone più in difficoltà. Dunque dove sta il ruolo del politico e della rappresentanza politica se non nel cercare di risolvere e di migliorare le condizioni di vita dei cittadini che rappresenta;come ho scritto all’inizio di questa mia lettera non c’è intenzione polemica ne di strumentalizzazione politica nei confronti dell’amministrazione comunale o di quella provinciale,ma invece la richiesta di un impegno da parte delle stesse ,nelle forme che si riterranno più opportune per risolvere la condizione di assenza dell’Ambulanza,perché altrimenti in futuro ,un esempio come quello su descritto ,condurrà ad una visione negativa dell’impegno nel volontariato , di un sentirsi presi in giro quando si dà un contributo monetario finalizzato all’acquisto di uno strumento di solidarietà ,in conclusione una perdita di fiducia nelle azioni collettive finalizzate al bene della comunità.Il mio auspicio e il mio impegno sarà a favore di chi voglia dare una soluzione reale e concreta ad una esigenza sentita senza visione di parte ne politica ne istituzionale.
Alessandro Vinci
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