In un momento storico come il nostro, caratterizzato da un alzhaimer sociale indotto, ricostruire la memoria appare, oltre che molto impegnativo, un’operazione meritoria e necessaria.
I giovani, lasciati ad un colpevole abbandono o ridisegnata revisionisticamente non importa, lascia le giovani generazioni sempre più in balìa della cronachistica e banalizzante dei media; questi ultimi, salvo piccole meritorie iniziative, si muovono su un terreno comune di una virtualità nichilista in cui tutto (dalla guerra in Iraq al Grande Fratello) è uguale e si confonde nella rappresentazione del mondo come fiction.
Restituire le memorie significa contribuire a restituire una parte di quel senso di noi stessi e della realtà di cui siamo quasi completamente espropriati.
L’istituzione di giornate deputate alla ricostruzione e alla divulgazione di cruciali momenti storici va pertanto salutata ed encomiata proprio a partire da questo valore di “resistenza” ai meccanismi indotti dell’oblio.
Auschwitz, Birkenau, Baden Baden, Dachau, luoghi, “non luohi, punti nella carta geografica di un’Europa che oggi più che mai non può dimenticare.
Le nostre città ogni giorno sono invase da scritte e trafitti che riproducono croci celtiche, svastiche, inni e frasi di lugubre memoria, ma la società civile non può rimanere a guardare.
Nella mente di tanti di noi sono impresse quelle immagini di corpi gracili, scarniti, sofferenti per le attorci torture inflitte dai regimi nazi fasciti.
Campi di sterminio, lager, luoghi ideati dal genere umano per iniettare l’umanità stessa.
Ebrei, lesbiche e omosessuali, testimoni di Geova, diversamente abili, comunisti, anarchici, rom, ogni essere umano che non si allineava doveva essere soppresso, iniettato, dimenticato.
Ed oggi i momenti di che si ispirano a quei tragici momenti prendono forza, iniettando l’odio razziali nelle giovani generazioni.
Ma questo non è l’insegnamento che ci deve dare il passato! Noi che crediamo fortemente nella necessità di costruire un’alternativa di società basata su non violenza, pace, giustizia, diritti e libertà abbiamo sempre presente l’idea che dal passato si può trarre solo insegnamento ma è necessario non ripercorrere e ripetere gli errori per non ricadere nel passato con tutte le sue nefandezze.
Mai più capelli accantonati, mai più scarpette di bimbo accatastate , mai più uomini freddi come rane, mai più essere umani senza pane né casa, mai più torture e vessazioni.
Ecco perché riteniamo giusto oggi più che mai ricordare quel che è stato, ricordare uomini e donne che fortemente si sono opposti ai regimi totalitari ispirati all’odio; celebrare la giornata della memoria, inaugurare piazze e strade, monumenti ed aree pubbliche a chi ha disobbedito sono per noi iniziative lodevoli, ma non basta e non deve bastare.
E’ necessario avere ogni giorno nei nostri occhi le immagini di Auswitch liberata, avere nella nostra mente le parole mandate a memoria negli anni della scuola primaria, perchè ….” Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case,voi che trovate tornando a casa, cibo caldo e visi amici, considerate se questo è un uomo, che lavora nel fango, che non conosce pace, che lotta per un pezzo di pane, che muore per un si o per un no….” O sentire risuonare nelle nostre orecchie, il triste motivo Son morto con altri cento, Son morto che ero bambino….. ….. Ad Auschwitz c’era la neve, il fumo saliva lento….…. Ad Auschwitz tante persone ma un solo grande silenzio….. …. Io chiedo come può l’uomo uccidere un suo fratello eppure siamo milioni in polvere nel vento….
E’ per questi motivi che l’associazione El Gato Obrero (http://gatoobrero.blogspot.com) nel quadro di programmazione del 2008 anno dei diritti umani, realizza la Giornata della memoria.in collaborazione con l’ISSRA e l’Amministrazione provinciale di Oristano, Il 27 di gennaio alle ore 17.30 presso i locali della sala del consiglio provinciale.
All’iniziativa sarà presente Mimmo Calopresti,,regista di fama internazionale che presenterà al pubblico “Volevo solo vivere” un documentario semplice, nove sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti raccontano la loro prigionia, vittime della più devastante e folle malvagità dei tempi moderni. Il filmato si apre con le immagini d'archivio in cui Mussolini annunciava il varo delle leggi antisemite sulla scorta di una supposta "superiorità razziale", quanto mai opportuno per ricordare ai sempre più numerosi difensori della tesi "italiani brava gente" le precise responsabilità italiane nello sterminio di milioni di esseri umani.
Oggi, è indispensabile, recuperare alla memoria collettiva le testimonianze di quanti vissero l'orrore dell'Olocausto, perché la vergogna non abbia alcuna amnistia. In questa prospettiva Volevo solo vivere rappresenta un tassello di enorme importanza. Il film è parte integrante della serie di produzioni nate dalla Shoah Foundation di Steven Spielberg, una sorta di serbatoio mondiale della memoria nato nel '94 per registrare le parole e i volti di chi è miracolosamente scampato alla soluzione finale hitleriana. In Italia sono state raccolte circa 400 interviste che sono servite a Mimmo Calopresti per costruire il documentario.
Le narrazioni si alternano a brevissimi frammenti di repertorio ben dosati per contenere l'insopportabile crudeltà delle immagini. "
Forse oggi ci sembra di sapere tutto su Auschwitz e sul tremendo genocidio della Shoah, ma non è vero. Lì è accaduto l'inimmaginabile, non possiamo essere certi che tutto questo non si verifichi più o che non stia già succedendo da qualche parte, ma l'unico modo che si ha di scongiurarlo è di diventare noi stessi un essere umano migliore e più forte.
Il lavoro di Calopresti nasce dalla volontà stessa del regista di non cadere nel classico documentario di analisi e proiezioni di orrori, ma nel voler mostrare storie individuali e personali come a voler significare che l’orrore dell’olocausto non è uno singolo ma sono migliaia di orrori singoli e personali vissuti intensamente da ogni singolo deportato.
Certamente, perché non si ripeta, l'arma più forte e necessaria è quella della memoria.
Al termine della visione del documentario è previsto un dibattito con Mimmo Calopresti, Marina Moncelsi dell’associazione Olokaustos e Aldo Borghesi dell’ISSRA. La serata sarà conclusa dalla lettura di brani ed opere in memoria della Shoah e dello sterminio degli ebrei,le letture saranno curate da Marta Proietti Orzella, giovane attrice sarda emergente.
Con il presente comunicato, oltre che richiedervi la divulgazione della notizia si invita tutti voi a partecipare all’iniziativa.
Oristano 23 gennaio 2008
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