lunedì 17 novembre 2008

Sardegna luogo ideale e sicuro per "deportare" richiedenti asilo

Questo che segue è un breve ma  accurato report della situazione  creatasi in  Sardegna dall'estate.
La Sardegna torna ad essere luogo e terra sicura per esiliare esseri umani.
Oggi si  tratta dell'esilio o meglio del rinchiudere in un  grande carcere a cielo aperto uomini richiedenti asilio....

Un  tempo ci ricordiamo le deportazioni  degli zingari (rom) messi in  campi di lavoro  nella nostra terra

Vi facciamo una breve cronologia di quello che succede a profughi e richiedenti asilo.

Teniamo anche conto però  che  giornalmente gli sbarchi nel Sulcis continuano.....

Noi riteniamo che la  Sardegna proprio perchè al centro del mediterraneo debba essere una  terra di amicizia e solidarietà tra i popoli non un  nuovo carcere, no una detta di deportazione.
 
un pò di cronologia

A partire da quest'estate sono stati deportati, dal resto d'Italia in Sardegna, persone che sono fuggite dai loro Paesi di appartenenza per ragioni di persecuzione e che hanno avanzato, per tale motivo, richiesta di ottenere lo stato di rifugiato e l'asilo: il Centro di Elmas e l'Hotel Setar di Quartu Sant'Elena ne hanno ospitato circa 200, arrivati da vari Paesi africani e non (Somalia, Afganistan, Kurdistan, Irak, Burkina Faso, Costa D'Avorio, Nigeria, ecc.): nessuno è sbarcato in Sardegna direttamente e tutti avevano presentato alle Questure la richiesta di asilo, come rifugiati, nel giugno 2008.

 

La Sardegna è stata indicata tra i territori circoscritti, entro cui i richiedenti asilo devono risiedere, senza potersi allontanare: le sue condizioni geografiche impediscono che facilmente si sfugga a tale obbligo, dovendo attraversare il mare con mezzi che richiedono documenti.

I richiedenti lo stato di rifugiato hanno dei documenti di riconoscimento temporanei, che non consentirebbero l'acquisto di biglietti di viaggio
 
Ogni mattina vengono "scaricati" in piazza Matteotti a Cagliari, nei pressi della Stazione e ricaricati alla sera per essere riportati al centro di "accoglienza" che è stato ricavato all'interno dell'aeroporto militare...
 
Il comitato entra in contatto con loro durante l'estate ma non in modo continuativo, a gruppetti e singoli non coordinati.
Veniamo a conoscenza delle condizioni di vita dentro il Centro, dei trasferimenti all'hotel Setar e della situazione dei"clandestini" sbarcati in italia e Sardegna in maggior parte provenienti dall'Algeria.
Comincia un coordinamento fra gruppi e persone, siamo di diversa "estrazione" politica, fra anarchici, comunisti,ex comunisti e movimentisti,  con qualche difficoltà ma buona volontà.

Tutti i richiedenti asilo stanno aspettando da mesi di essere sentiti dalla commissione che dovrà decidere del loro destino.Si comincia ad organizzare un gruppo legale volontario che si propone di assistere i richiedenti prima e durante le audizioni.Si rende disponibile la sede dell'associazione Sardegna Palestina per gli incontri fra richiedenti e legali.
Emergono tutti i problemi legati alla situazione dei rifugiati, compresa quella sanitaria( epidemia di scabbia e prima ancora tubercolosi), la necessità di abbigliamento,sopratutto scarpe,ma fondamentalmente è necessario accelerare le pratiche poichè tutti o quasi hanno un preciso progetto di vita che prevede di partire verso mete più agevoli per lavoro e sistemazione presso parenti e amici già in Europa.
 
28.10.2008 iniziano le audizioni della Commissione Territoriale per la protezione internazionale di coloro che entrando in Italia hanno presentato la domanda per ottenere l'asilo e lo stato di rifugiato.

 

La Commissione Territoriale per la protezione internazionale (sono 10 in tutta Italia e dipendono dalla Commissione nazionale) competente per la Sardegna ad effettuare i colloqui di accertamento dei requisiti per la protezione internazionale, è quella di Roma, costituita però in composizione mista con rappresentanti di altre commissioni; si è qui insediata presso la Prefettura di Cagliari ed ha iniziato i colloqui nel Centro di Elmas, appunto il 28.10.2008

Allo scopo è stata instaurata una procedura di tal tipo:

l        coloro erano indicati per il colloquio, per un tempo variabile sino ad una settimana, sono stati portati dall'Hotel Setar al Centro di Elmas, da cui potevano uscire solo con un autobus nelle ore diurne (esclusa la domenica e festivi): la notifica del colloquio avviene con un comunicato scritto, che deve essere tradotto (molti non capivano cosa fosse la notifica);

l        alloggiavano nei piani superiori del Centro; nello stesso centro, al piano terra, vi sono migranti irregolari;

l        la Commissione emette i provvedimenti, in tempi brevi, dopo l'audizione e anche questo è notificato per iscritto: alcuni hanno ottenuto lo stato di rifugiato, mentre altri hanno avuto il permesso di soggiorno e lavoro per motivi umanitari (protezione sussidiaria).

l        Di seguito, vengono rilasciati i relativi documenti, attestanti lo stato di rifugiato o la concessione di protezione sussidiaria.

 

            A seguito dei concomitanti primi sbarchi di migranti irregolari, la scorsa settimana, è stato detto a coloro che hanno ottenuto la protezione internazionale che avrebbero dovuto lasciare il Centro (la richiesta ha riguardato circa 30 somali) intorno alle 19: non hanno acconsentito e sono riusciti a procrastinare all'indomani mattina la decisione.

            La mattina successiva al Centro si è presentata la Polizia e poiché la situazione rischiava di degenerare sono stati sollecitati interventi presso la Prefettura ed il Centro da parte di organi politici del Comune di Cagliari, La Provincia di Cagliari e la Regione Sardegna, nonché l'attivazione di canali per consentire di alloggiare, almeno temporaneamente, i richiedenti asilo, fino al momento in cui avrebbero potuto trovare diverse soluzioni.

 

            La situazione si è acutizzata con i successivi sbarchi di irregolari, perché il Centro è destinato ai nuovi migranti, tanto che la stessa Commissione si è spostata a Cagliari, in Prefettura, per svolgere le audizioni e i richiedenti asilo sono in gran parte alloggiati all'Hotel Setar, ma alcuni ancora al CPA di Elmas.

 

            Nel pomeriggio dell'11.11.2008, dopo aver ottenuto i documenti, per i quali sono state richieste marche e diritti (molti sono fuggiti senza alcun mezzo di sostentamento), sono stati, senza altra possibilità, mandati via: soltanto l'intervento di alcune associazioni e volontari ha permesso di dare soluzione temporanea, con alloggio presso comunità di suore, per la notte ed i pasti.

            Solo alcuni sono stati in grado di comprare un biglietto per il passaggio in nave, diretto a Roma per raggiungere parenti o conoscenti.

 

             Il giorno 12.11.2008, sono state mandati via altre 28 persone, che hanno anch'esse i documenti di rifugiato o di protezione umanitaria, che non sanno dove andare.

            Così la situazione prosegue, in considerazione del fatto che la Commissione Territoriale provvede ad emanare continuamente, come deve, le decisioni a colloquio ed istruttoria esauriti.

            Allo stato attuale, una comunità francescana ha offerto 20 posti letto, largamente insufficienti per il bisogno che cresce, per l'elevato numero di persone interessate.

            Inoltre, pochi parlano l'inglese o il francese, oltre la lingua d'origine, e nessuno conosce la Sardegna.

Da domani lunedì ricominciano le audizioni e altri che aspettano la risposta dopo essere già stati sentiti dalla commissione si ritroveranno nelle medesime condizioni.

Ancora dovremmo cercare soluzioni temporanee di sussistenza, compresao quella dell'abbigliamento invernale che scarseggia.Per questo abbiamo attivato amici e conoscenti.Occorrono maglioni, giubbotti e sopratutto scarpe e biancheria intima...

 

            Esiste, quindi, una situazione di emergenza, ossia la necessità di trovare una soluzione per permettere che chi è stato accolto nel territorio italiano perché riconosciuto perseguitato in patria possa, prima di essere costretto a lasciare la Sardegna, almeno organizzarsi e, quindi, trovare una temporanea accoglienza, alloggio e pasti.

 

            Se qualcuno, poi, volesse presentare il ricorso, diritto riconosciuto, contro la decisione della Commissione, negativa o di assegnazione della sola protezione sussidiaria in luogo dell'asilo, si presenterebbe analogo problema per la durata del procedimento giudiziale.

 

          

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