A partire da quest'estate sono stati deportati, dal resto d'Italia in Sardegna, persone che sono fuggite dai loro Paesi di appartenenza per ragioni di persecuzione e che hanno avanzato, per tale motivo, richiesta di ottenere lo stato di rifugiato e l'asilo: il Centro di Elmas e l'Hotel Setar di Quartu Sant'Elena ne hanno ospitato circa 200, arrivati da vari Paesi africani e non (Somalia, Afganistan, Kurdistan, Irak, Burkina Faso, Costa D'Avorio, Nigeria, ecc.): nessuno è sbarcato in Sardegna direttamente e tutti avevano presentato alle Questure la richiesta di asilo, come rifugiati, nel giugno 2008.
Allo scopo è stata instaurata una procedura di tal tipo:
l coloro erano indicati per il colloquio, per un tempo variabile sino ad una settimana, sono stati portati dall'Hotel Setar al Centro di Elmas, da cui potevano uscire solo con un autobus nelle ore diurne (esclusa la domenica e festivi): la notifica del colloquio avviene con un comunicato scritto, che deve essere tradotto (molti non capivano cosa fosse la notifica);
l alloggiavano nei piani superiori del Centro; nello stesso centro, al piano terra, vi sono migranti irregolari;
l
l Di seguito, vengono rilasciati i relativi documenti, attestanti lo stato di rifugiato o la concessione di protezione sussidiaria.
A seguito dei concomitanti primi sbarchi di migranti irregolari, la scorsa settimana, è stato detto a coloro che hanno ottenuto la protezione internazionale che avrebbero dovuto lasciare il Centro (la richiesta ha riguardato circa 30 somali) intorno alle 19: non hanno acconsentito e sono riusciti a procrastinare all'indomani mattina la decisione.
La mattina successiva al Centro si è presentata
La situazione si è acutizzata con i successivi sbarchi di irregolari, perché il Centro è destinato ai nuovi migranti, tanto che la stessa Commissione si è spostata a Cagliari, in Prefettura, per svolgere le audizioni e i richiedenti asilo sono in gran parte alloggiati all'Hotel Setar, ma alcuni ancora al CPA di Elmas.
Nel pomeriggio dell'11.11.2008, dopo aver ottenuto i documenti, per i quali sono state richieste marche e diritti (molti sono fuggiti senza alcun mezzo di sostentamento), sono stati, senza altra possibilità, mandati via: soltanto l'intervento di alcune associazioni e volontari ha permesso di dare soluzione temporanea, con alloggio presso comunità di suore, per la notte ed i pasti.
Solo alcuni sono stati in grado di comprare un biglietto per il passaggio in nave, diretto a Roma per raggiungere parenti o conoscenti.
Così la situazione prosegue, in considerazione del fatto che
Allo stato attuale, una comunità francescana ha offerto 20 posti letto, largamente insufficienti per il bisogno che cresce, per l'elevato numero di persone interessate.
Inoltre, pochi parlano l'inglese o il francese, oltre la lingua d'origine, e nessuno conosce
Esiste, quindi, una situazione di emergenza, ossia la necessità di trovare una soluzione per permettere che chi è stato accolto nel territorio italiano perché riconosciuto perseguitato in patria possa, prima di essere costretto a lasciare
Se qualcuno, poi, volesse presentare il ricorso, diritto riconosciuto, contro la decisione della Commissione, negativa o di assegnazione della sola protezione sussidiaria in luogo dell'asilo, si presenterebbe analogo problema per la durata del procedimento giudiziale.
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