domenica 22 giugno 2008

ennesimo atto di aggresione incivile

CHE NON PASSI SOTTO SILENZIO L'ENNESIMO ATTO DI AGGRESSIONE INCIVILE

Milano, Stelian Covaciu, Rom e missionario cristiano evangelico,
subisce un violentissimo pestaggio, con insulti razzisti e minacce,
da parte di due poliziotti in divisa. E' ricoverato in ospedale, in
prognosi riservata. Gruppo EveryOne: "L'odio razziale ha ormai
contagiato Istituzioni e autorità. E' necessario che le componenti
antirazziste e antifasciste italiane e dell'Unione europea si
impegnino insieme per fermare l'imbarbarimento della nostra società".

Milano, 20 giugno 2008. La città di Milano è ancora teatro di una
vile, brutale spedizione punitiva nei confronti di un cittadino
romeno di etnia Rom, effettuata questa volta da agenti di polizia in
divisa. Dopo l'aggressione avvenuta la mattina del 17 giugno nei
confronti di Rebecca Covaciu - la bambina che si è aggiudicata il
Premio Unicef 2008 per le sue doti artistiche - e dei suoi familiari,
ieri sera, 19 giugno 2008, un altro pestaggio, ancora più violento e
inquietante, ha colpito il papà di lei, Stelian Covaciu, missionario
della Chiesa Cristiana Evangelica Pentecostale. In seguito al primo,
drammatico episodio di matrice razzista il Gruppo EveryOne aveva
lanciato un allarme internazionale, coinvolgendo i media nonché
numerose personalità della cultura e della politica.
Contemporaneamente i deputati radicali – Pd depositavano
un'interrogazione urgente al Ministro degli Interni. Immediatamente
dopo la nuova aggressione, Gina Covaciu, moglie di Stelian, chiamava
ancora Roberto Malini del Gruppo EveryOne che, insieme a una
responsabile dell'associazione milanese Naga, allertava un'ambulanza
e le forze della polizia di stato, che accorrevano sul luogo
dell'agguato e conducevano l'uomo, pieno di contusioni e traumi
interni, sofferente e in stato confusionale, presso l'ospedale San
Paolo, dove veniva sottoposto ad esami e ricoverato. E' tuttora in
prognosi riservata. Dopo aver allertato il Partito Radicale, che
raccoglieva i particolari dell'avvenimento per agire a tutela delle
vittime sul piano politico, il Gruppo EveryOne contattava la questura
centrale per assicurarsi che le autorità formalizzassero la denuncia
di aggressione ed effettuassero indagini scrupolose. "Quando Gina ci
ha chiamato," riferiscono i leader del Gruppo EveryOne Roberto
Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, "era talmente agitata e
disperata che faticava ad articolare discorsi comprensibili. Vicino a
lei, Stelian si lamentava, pronunciando parole sconnesse. Quando la
donna si è calmata, ci ha raccontato i particolari dell'agguato. Gli
stessi energumeni che avevano picchiato, insultato e minacciato i
Covaciu si trovavano ancora davanti a loro. Stavolta però erano scesi
da un'auto della polizia, in divisa e armati di manganelli. Dopo la
prima aggressione, la piccola Rebecca, che è una ragazzina molto
intelligente e intuitiva, ci aveva già detto che gli aguzzini della
sua famiglia indossavano guanti simili a quelli che indossano i
poliziotti. Sospettavamo che avesse ragione, anche perché un numero
crescente di Rom ci segnala di questi tempi un comportamento violento
o intimidatorio da parte delle forze dell'ordine, ma speravamo di
sbagliarci. L'ipotesi più grave, invece, è stata confermata dai fatti
e gli agenti razzisti hanno colpito ancora". Questa volta, però, la
violenza degli uomini in divisa si è concentrata su Stelian. La loro
azione brutale si svolgeva in piazza Tirana, nei pressi della
Stazione San Cristoforo, dove la famiglia vive all'interno di un
riparo di emergenza, fatto di teli e cartone. "Gli agenti si sono
avvicinati all'uomo," proseguono i leader EveryOne, "e l'hanno
apostrofato con un tono minaccioso: 'Ci riconosci? Hai fatto un
errore a parlare con i giornalisti, un errore che non devi ripetere'.
Quindi hanno cominciato a picchiarlo con cieca violenza, sia con i
pugni che con i manganelli, riducendolo in condizioni penose. Quindi,
mentre Stelian era a terra, l'hanno insultato e minacciato: 'Non
raccontarlo a nessuno o per te saranno guai ancora maggiori'. Quando
i due picchiatori si sono allontanati, Gina, i figli e alcuni
concittadini di Stelian l'hanno soccorso. Lui si lamentava ed era in
evidente stato di shock". Intanto un'attivista sopraggiungeva sul
posto e raccoglieva numerose testimonianze da parte dei Rom che
vivono nei dintorni della stazione di San Cristoforo, che
confermavano le parole di Gina Covaciu ovvero che due poliziotti in
divisa, scesi da un'auto della polizia, erano gli autori del violento
pestaggio. "E' necessario che si ponga fine a questa persecuzione,"
concludono gli attivisti, "perché il diffondersi dell'odio razziale,
di cui sono latori politici e numerosi media, ha scatenato una
sequenza impressionante di atti di violenza nei confronti dei
cittadini Rom. Sappiamo che le forze dell'ordine sono formate per la
maggior parte da agenti che operano seguendo il codice etico europeo.
Ci appelliamo anche a loro affinché i razzisti e i violenti siano
isolati e perseguiti, mentre le famiglie Rom, che rappresentano la
parte più vulnerabile della società, siano protette. La violenza
contro i Rom e le intimidazioni nei confronti degli attivisti che si
battono per i diritti dei 'nomadi' crescono, in Italia, ogni giorno
che passa. Famiglie intere vengono braccate fin sotto i ponti, nelle
case abbandonate, nei parchi. Forze dell'ordine, sindaci e assessori-
sceriffi, squadristi e giustizieri hanno scatenato una caccia
all'uomo tanto feroce quanto irrazionale. I Rom vengono costretti a
fuggire da un luogo all'altro, privati di qualsiasi forma di
sostentamento - dall'elemosina ai servizi di strada - ridotti a
fuggiaschi disperati, affamati, malati, senza alcun diritto. Nedo
Fiano, Piero Terracina, Goffredo Bezzechi, Tamara Deuel, Mirjam
Pinkhof, tutti sopravissuti all'Olocausto, avvertono con
preoccupazione i cittadini europei affinché non cedano alle seduzioni
del razzismo e paragonano la persecuzione dei Rom agli anni della
Shoah, gli sgomberi e le spedizioni punitive ai pogrom. Rebecca, la
figlia 12enne, di Stelian, è un grande talento, che l'Unicef ha
premiato proprio nel 2008, ma che l'Italia punisce ogni giorno con il
veleno dell'emarginazione, della povertà, dell'odio e della violenza.
Un Paese che si rende colpevole di una simile ingiustizia, un paese
che accetta tanta violenza, tanta crudeltà verso un intero popolo è
un paese imbarbarito, è un Paese che ha perso la strada dei Diritti
Umani ed è vicino a una crisi dei valori tanto grave da essere
paragonata all'Italia delle leggi razziali, dei manganelli, delle
camicie nere e dei treni per Auschwitz".

Per ulteriori informazioni:

il Gruppo EveryOne e l' Associazione Nazionale Thèm Romano ONLUS, sede nazionale di Lanciano (CH)
per il COORDINAMENTO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONE SA PHRALA - OGNI PERSONA è TUO FRATELLO
Tel: (+ 39) 334-8429527 - (+ 39) 331-3585406
www.everyonegroup.com :: info@everyonegroup.com
www.associazionethemromano.it :: spithrom@webzone.it

sabato 21 giugno 2008

Intervento alla tavola rotonda sulle MINORANZE organizzata da TDM2000

"Minoranza etnica" ovvero "gruppo umano meno numeroso definito da una identità culturale propria che condivide un dato territorio con un altro gruppo umano più numeroso definito da un'altra identità culturale"
Una simile nozione implica la similitudine in seno ai gruppi e l'inferiorità di un gruppo rispetto ad un altro. Essa non contiene in se stessa, un significato cooperativo, ma segna la minoranza nella sua differenza.
Parlare in un territorio come quello sardo di minoranze etniche assume un significato del tutto particolare sia anche perché gli stessi abitanti dell’Isola tendono a voler essere riconosciuti minoranza etnica rispetto al popolo italiano e dunque rispetto all’identità nazionale stessa taluni dichiarano di poter vantare alcune peculiarità,
Se invece parliamo semplicemente del fattore migratorio possiamo dire che l'implementazione di una politica di migrazione, in base alla logica della minoranza etnica, implica che i gruppi umani presenti sul territorio siano definiti e trattati dalle autorità pubbliche in funzione della loro propria identità culturale.
La nozione di minoranza etnica contribuisce a rendere permanente le differenze dei gruppi umani ed è proprio per questo motivo che noi discordiamo da simile definizioni.
Se la diversità è elevata al rango di natura e se fonda l'azione pubblica e legislativa diventa una nozione perfettamente compatibile con la residenza permanente ma non lo è con la cittadinanza effettiva, né con la sensibilità delle culture, né con le caratteristiche individuali. E' una concezione dell'essenzialismo che può sfociare nella negazione dell'individuo, definito unicamente per la sua appartenenza comunitaria, la sua origine, la sua estraneità, così come nell'arroccamento dei riferimenti culturali e dei rapporti sociali dei gruppi di popolazione interessate.
Come associazione lavoriamo affinchè si eviti la divulgazione di tale idea poiché la riteniamo ingiusta e politicamente scorretta, oltremodo tendente a rimarcare le differenze insite tra i diversi gruppi omogenei e disomogenei dell’umanità presente nel suolo regionale.Riteniamo preferibile concepire la presenza delle popolazioni legate all'immigrazione sul territorio di accoglienza in altro modo ovvero allontanare con altrettanta forza la soppressione delle differenze nella società integrata così come la loro sovrapposizione nella società multiculturale. Uscire dalla concezione dell'essenzialismo a sostegno di un pensiero dialettico è indubbiamente necessario.
Per noi infatti le minoranze etniche e i gruppi minoritari sono il residuo di diversi e antecedenti assetti sociali ed occupano posizioni periferiche, a livello economico, sociale, culturale, politico e - sovente - anche geografico.
Nell’attuale contesto storico e sociale italiano sappiamo bene che le minoranze etniche propriamente definite sono quelle dei Ladini, degli Arbesh e dei Grichi, dunque le minoranze anche in Italia sono parte del popolo italiano stesso e esistono leggi nazionali e o regionali a tutela e sostegno di esso. Non sono dunque migranti o rom come invece spesso si vuole cercare di definire.
Per quanto riguarda poi le minoranze religiose possiamo asserire di ritenere che tutte le religioni siano nate in medioriente e tutte le grandi religioni del mondo sono antichissime, nessuna grande religione è nata in Europa o in America, ma durante i secoli hanno raggiunto i diversi territorio seguendo un flusso di alternanza, e sono la testimonianza della lotta spirituale dell’uomo
Ed ancora, se in realtà una sola religione fosse vera e tutte le altre fossero false, a quest’ora quell’una avrebbe abbracciato tutto i mondo. La storia ci dimostra che qualsiasi tentativo di condurre tutta l’umanità ad un unico modo di pensare sulle cose spirituali è stato un fallimento. Non è possibile ne desiderabile rendere tutti gli uomini conformi alle stesse idee.
Quando le religioni saranno tutte morte e non ci saranno più sette allora regnerà la pace perfetta e l’armonia della tomba, ma finchè l’umanità penserà le divisioni esisteranno sempre.
la diversità è segno di vita e deve esistere
Parlando invece di minoranza di genere tendiamo totalmente a respingere tale concetto in primis poiché esso va contro ogni norma giuridica e costituzionale ma soprattutto poiché non riteniamo reale l’esistenza di una supremazia di genere, le battaglie femministe degli anni 70 ci hanno insegnato e dovrebbero ave insegnato a tutti che un gruppo di soggetti con i loro corpi , menti, idee, dolori e sorrisi può e deve esprimere liberamente la propria sessualità senza ch e nessun altro essere umano possa tendenzialmente discriminarlo per appartenenza sexuale.
Tornando invece all’argomento che sicuramente deve essere maggiormente attualizzato
Le migrazioni in Italia sono un fenomeno strutturale, sino ad oggi però i fenomeni migratori sono stati trattati dal legislatore ed è della situazione dei migranti in Sardegna che si ritiene opportuno parlare, non perché qualche gruppo possa costituire minoranza etnica ma poiché i migranti in quanto tali sono minoranza rispetto ai nativi
Forse di questo sarebbe opportuno disquisire.Anche ieri sono morti 100 clandestini nel mediterraneo a poche miglia marittime anche dalla Sardegna, si dice provenissero dalla Libia. Bene, sicuramente è fondamentale che venga riconosciuto ad ogni uomo e ad ogni donna il diritto al movimento, pensiamo che le merci stesse hanno il diritto a spostarsi mentr a i corpi degli esseri umani sono oggetto di numerose e norme securitarie atte ad instaurare un nuovo clima xenofobo e massimamente restrittivo che nessuno sforzo di educazione informale può creare.
Il soggetto migrante è un essere umano come noi natativi e non esiste per noi nessuna necessità estrema di integrazione o di educazione interculturale poiché riteniamo necessario più che tutto che ogni essere umano è ricco di per sé ed in sé poiché riconosce la propria diversità e non la nasconde.
Certo il diritto in quanto norma, in sé edi per sé, se praticato, garantisce il rispetto della "diversità", ma di per sé non favorisce il processo integrativo delle diverse culture.Il diritto riuscirebbe a garantire l'effettivo rispetto delle diversità culturali solo se la sua formulazione fosse il frutto di un processo integrativo già in atto, in cui tutte le parti in causa vengano considerate paritetiche, equivalenti. Il che, a tutt'oggi, non è. Se esistesse un processo di questo genere, il diritto perderebbe buona parte della sua ragion d'essere. Le diverse culture si garantirebbero il reciproco rispetto proprio perché si sentirebbero inscindibilmente unite. Il rispetto, in tal caso, non potrebbe mai essere formale, Quando non c'è rispetto, è perché manca la disponibilità all'integrazione, e quando manca tale disponibilità, non c'è diritto che possa favorirla. Per favorire l'integrazione occorre capire che la "diversità" non è una minaccia alla sicurezza, ma una ricchezza. Anzi qualcuno asserisce che l'identità si pone tanto più in essere quanto più si accetta la diversità.
Non esistono dunque differenze sulle diversità o perplessità su quale di essee debba essere accettata e quale no perché è dovere nostro fare sempre riferimento ai bisogni umani. L'identità e la diversità sono positive quando rispondono alle esigenze umane e fondamentali della vita.
Per rispondere a queste esigenze occorre non tanto il diritto quanto la disponibilità a considerare la propria identità strettamente correlata all'identità altrui. E questo non è un processo che avviene automaticamente, soprattutto perché da secoli siamo abituati a considerare la nostra civiltà come un modello paradigmatico per tutte le altre, ci vuole tempo e serve un percorso culturale plurimo già per ora iniziato e concretizzato da tutti coloro che oggi rappresentano i cosiddetti G2.

Cagliari sala del Consiglio, Palazzo Municipale, v. Roma
Giugno, 17

Eleonora

domenica 15 giugno 2008

Nessun essere umano è illegale

Invitiamo a sottoscriver eil presente appello

Fermarsi.
Bisogna fermarsi un attimo, e riflettere
La storia dovrebbe insegnare, eppure si ripete. Ogni volta che un gruppo
umano, una minoranza, viene esclusa, additata come colpevole, si perde un
pezzo di dignità. Ogni volta, si semina un po’ di quell’odio che domani farà
soffrire altri, o tutti; ogni volta, senza accorgersene, si educa chi è più
giovane a credere che la forza risolverà i suoi problemi, a cercare
nell’altro, nel più debole, un capro espiatorio che illuda di essere vivi e
potenti.

Al contrario, è una strada che porta ad essere più vigliacchi e insicuri.
L’abbiamo già visto, più volte... Ogni volta c’è una scusa, apparentemente
convincente: la difesa di un’identità – che è qualcosa in continuo mutare –
o della propria cultura – che si svuota di significato quando è usata per
offendere – o altro, che poi guardando indietro, dopo le sofferenze, non si
riconosce più.

Oggi la scusa è l’agognata, illusoria, sicurezza: a guardar bene fa un po’
sorridere...
Siamo sempre meno ricchi, con meno prospettive, più rifiuti tossici, meno
diritti, più malattie, meno servizi, più paure. In realtà c’è chi negli
ultimi 15 anni s’è arricchito sulle nostre spalle, agenzie finanziarie,
istituti di credito, banche, assicurazioni, immobiliari e tanti rispettabili
figuri; anche le associazioni di stampo mafioso non se la passano male.

Nel frattempo gli italiani hanno sempre più debiti, più frustrazioni, meno
serenità; di fronte al vuoto della nuova generazione, figlia dell’illusione
del benessere a tutti i costi, ci chiediamo attoniti nei salotti televisivi
da dove nascerà mai quest’assenza d’ideali e di valori. Si potrebbe
continuare a lungo… No, in effetti non c’è sicurezza, di nulla.
Solo che in tutto ciò, gli stranieri non c’entrano.
Abbiamo fatto tutto da soli.

Allora delle due l’una: o ci hanno bollito il cervello e non ce siamo ancora
resi conto, oppure è troppo difficile prendersela con chi ha le
responsabilità (tra cui noi stessi) mentre è molto più semplice farlo con
chi sta peggio. Solo che non risolve nulla. E anche questo, l’abbiamo già
visto.

Sapete? Ci hanno ingannato. Pensate davvero che “il Problema” degli italiani
siano gli stranieri?
Non vi sorge il dubbio che condurre l’attenzione a questo “problema
sicurezza” ad arte ingigantito, serva a toglierla da altri più gravi e
reali?

Il nuovo progetto di legge “per la sicurezza”, sull’onda di una campagna
mediatica che ci stanno facendo bere come acqua, stabilisce questo: una
persona che lascia il proprio paese (il più delle volte a causa di un
sistema di “regole” economiche che permette al nord del mondo di gestire
l’80% delle risorse mondiali), e che si avventura in un viaggio spesso
allucinante al solo scopo di cercare una vita decente, non appena mette
piede (se riesce) sul suolo italiano, è considerato colpevole.

Penalmente. Il reato? In sostanza quello di aver osato provare ad entrare
nel mondo ricco, dove può farlo solo se serve a un europeo, come forza
lavoro a basso costo. Siamo al punto di non-ritorno: punire chi è colpevole
di essere nato dalla parte sbagliata.

Ma non vi ricorda proprio nulla?
Ciò è palesemente contrario alla nostra costituzione, alle leggi europee, a
buona parte dei principi e valori a cui affermiamo di attenerci. Che succeda
in un paese che non dimentica di citare le proprie “radici cattoliche”
aggiunge un pizzico di paradosso, ma anche questa è storia già vista.. .

Di questo stiamo parlando: dignità, coerenza, civiltà, rispetto dei diritti
umani, termini scontati che non dicono più nulla, tranne quando c’è da
mandare un SMS per pulirsi la coscienza. E’ il rispetto di ogni uomo o
donna, delle sue lacrime, del suo dolore, delle sue speranze, della sua
felicità, del suo diritto a vivere con la propria famiglia nel luogo che
ritenga più adeguato. Nessuno di noi potrebbe vedersi negare tutto ciò da
chicchessia. Eppure lo si nega ad altri.

Senza questo rispetto come base imprescindibile di ogni rapporto, in
concreto e non solo a parole, non siamo e non saremo nulla. Ditelo, ai
vostri figli. Questa legge, così come il comune pensare da cui nasce, non è
solo xenofoba; è di un’ipocrisia che fa spavento.

Alcuni hanno già detto e scritto che questa legge non funzionerà: è vero, è
tecnicamente inadeguata, costosissima e in concreto inapplicabile. In una
parola, stupida; ma non è questo il suo lato peggiore.
Il peggio, è l’essere figlia e madre della cultura dell’odio, quell’odio
facile che accompagna la storia dell’uomo e, come sempre, non ci darà un
briciolo in più di sicurezza. Ne toglierà a chi già ne ha ben poca.
Proviamoci. Fermiamoci un attimo.
A pensare.
PRIME SOTTOSCRIZIONI:
Silvia Amaturo, Marida Augusto, Fatima Azaoui, Fausto Baratella, Gabriel
Baravalle, Alessandro Ceffa, Giorgio De Battistini, Elena Dionisio, Mohammed
El Bilaly, Max Hirzel, Caterina Jara. Elena Nicolau, Marcello Quinci,
Luciano Rossi, Emilio Sulis, Sadek Sabbar,

PER ADERIRE: nessunuomoillegale@gmail.com

lunedì 9 giugno 2008

Conferenza Stampa sulle “Minoranze etniche, di genere e religiose. Diritti, privilegi e integrazione”

Conferenza Stampa sulle “Minoranze etniche, di genere e religiose. Diritti, privilegi e integrazione”

Il giorno martedì 17 giugno alle ore 10:30 presso la Sala consiliare del Palazzo Civico di Via Roma 145, avrà luogo la conferenza stampa “Minoranze etniche, di genere e religiose. Diritti, privilegi e integrazione” organizzata dalla Associazione Terra Di Mezzo 2000 in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Cagliari.
Alla Conferenza stampa parteciperanno l’Assessore alle Politiche Giovanili, Dott.ssa Daniela Noli, il consigliere comunale Stefano Schirru, il prof. Federico Scarano dell’Università degli Studi di Cagliari, il Presidente dell’Associazione El Gato Obrero, Dott.ssa Eleonora Casula, il Presidente Provinciale di Azione Giovani, Dott. Salvatore Deidda e il Parroco della Chiesa di Sant’Eulalia, Don Mario Cugusi.

Modera la discussione il Dott. Gabriele Frongia dell’Ufficio Stampa della Associazione Terra Di Mezzo 2000.

L’iniziativa della conferenza stampa nasce dagli sviluppi dell’incontro della delegazione italiana con le delegazioni provenienti dall’Ucraina, Romania, Olanda, Armenia, Georgia e dai lavori sul tema delle minoranze, svolti nella città di Chisinau (Moldavia) dal 17 al 25 maggio 2008.
Durante i lavori sono stati discussi e sviluppati, degli strumenti di educazione non-formale per i giovani (forum theatre, role-playing), con lo scopo di promuovere e favorire l’integrazione delle minoranze etniche, religiose, di genere e culturali con la maggioranza dei cittadini, sia a livello locale che internazionale e nel reciproco rispetto delle culture, religioni e delle regole civili.
Nel corso della conferenza-tavola rotonda gli ospiti partecipanti interverranno nel merito delle problematiche relative alle minoranze.

Alla fine dei lavori verrà offerto un rinfresco da parte della nostra associazione.



Ringraziandovi per la cortese attenzione porgo distinti saluti.

Dott. Gabriele Frongia
Ufficio Stampa Associazione Terra Di Mezzo 2000
Tel/Fax: 070666941
Cellulare 3209264396
Ufficio Ex-Stazione Marittima, Via Roma (Molo Sanità)

Ciao Gianni

Salutiamo Gianni che lascia su questo pianeta il figlio Luca, amico e compagno di tante lotte e battaglie.....
Siamo oggi con te Luca, domani accompagneremo come tuoi tanti fratelli il tuo caro padre all'ombra dell'ultimo albero.
Domani non porteremo fiori, non faremo sfarzi inutili e futili, ma noi con i norstri corpi il nostro dolore ma sopratutto con il nostro sorriso per Luca .
perhè Ora più che mai il nostro caro amico Luca ha bisogno di noi , in tutti i sensi sia con la nostra fratellanza ma anche e sopratutto con gesti di solidarietà.
Per questo abbiamo attivato una sottoscrizione..... e vi chiedo di chiedermi info in privato so su mail gatoobrero@yahoo.it o sul numero di cell che sicuramente avete

Ancora Ciao GIANNI.........

per le donazioni del mese di giugno ringraziamo:

Pubblichiamo le donazioni del mese di giugno
per anna una mano di luce:
giovanna 5 euro


Uras: pizzeria da Franks : 35,00